«Padre Matteo Ricci a Venezia. La ragione di un ponte Italia Cina». A pochi giorni dall’anniversario della sua nascita, avvenuta il 6 ottobre 1552 a Macerata, proseguono nel Veneto le iniziative promosse in omaggio all’illustre concittadino gesuita Li Madou, stavolta con l’inaugurazione di una mostra organizzata grazie al contributo della Scuola Grande di San Marco di Venezia e dell’Ulss 12: l’iniziativa, oltre a quello, ovviamente, del Patriarcato di Venezia, vanta anche il patrocinio della Diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia.
Ora più che mai, difatti, si fa urgente la necessità di comprendere in che misura poter consolidare il legame tra la Cina e l’Italia, rileggendo e reinterpretando il lavoro svolto al tempo dal nostro evangelizzatore e, «proprio sulla via della ragione, cercare un punto di incontro agevolando il lavoro di tutti coloro che stanno in tal senso operando anche sul vasto continente cinese».
Senza dubbio alcuno, Venezia come sede culturale molto apprezzata dai cinesi che la vivono nelle sue molteplici dimensioni artistiche, ben si presta a questo lavoro: inoltre,
esistono autorevoli Atenei che mantengono rapporti quotidiani con le controparti cinesi e, in tal senso, è possibile affermare che continua e cerca di fortificarsi quel “dialogo” allora avviato e sostenuto da padre Matteo Ricci attraverso una mirabile opera di paziente e approfondita dedizione con e tra il popolo mandarino.
«Questa mostra – aggiungono i responsabili organizzativi – costituisce un inedito in questo angolo del Triveneto e porterà con se la ricca bibliografia sulla vita del gesuita Ricci».
Anche di questo si parlerà nella conferenza in programma per martedì 25 ottobre nella appena restaurata Sala degli Angeli, sempre presso la Scuola Grande di San Marco. All’incontro, oltre a padre Olmi, interverrà anche monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e vescovo emerito della Diocesi maceratese.
Per l’occasione sarà anche presentato il libro, fresco di stampa, «Il Castello della Memoria», fresco di stampa a cura di Chiara Piccinini.