Un inizio di 2016 positivo per i lavoratori della Giessegi di Appignano. I quadri sindacali di Cgil Cisl e Uil hanno sottoscritto con la proprietà l’accordo integrativo aziendale, fino al 2018, per i circa 450 dipendenti dell’industria, terza realtà provinciale nel settore del mobile. L’accordo prevede premi ai dipendenti in termini di orario di lavoro e produttività, introducendo per la prima volta nel settore mobile regionale l’istituto della Banca delle ore. Inoltre, nel contratto sono stati introdotti strumenti di formazione e maggiore attenzione all’ambiente lavorativo: la possibilità di avere una sala mensa, oltre ad impostare un sistema di relazioni sindacali e di confronto continuo con l’Azienda.

“L’accordo raggiunto istituisce una Banca delle ore e flessibilità per ogni dipendente dove verranno accumulate le ore straordinarie lavorate, le ex festività e i permessi non goduti, previsti dal Ccnl – ha spiegato Massimo Giacchetti, segretario generale Filca Cisl Marche -, i lavoratori potranno così avere a disposizione permessi straordinari durante l’anno da conciliare con le esigenze produttive ed organizzative aziendali. Sottoscrivere un integrativo significa che il rapporto azienda-lavoratori è arrivato ad un buon livello già alla seconda elezione delle rsu. L’accordo punta anche sui premi di produttività e permette di utilizzare permessi aggiuntivi rispetto al contratto nazionale: dalla 49^ ora di straordinario il lavoratore potrà accumulare l’eccedenza nella banca delle ore, mentre le ore non utilizzate verranno monetizzate a fine anno”.

Anche Massimo De Luca, rappresentante della Finlea Cgil, è soddisfatto dell’accordo raggiunto: «L’obiettivo era regolare l’orario di lavoro, assecondando l’esigenza aziendale rispetto a flessibilità e picchi di lavoro e l’ottenimento del premio di produttività. La banca delle ore serve a regolare i picchi lavorativi che superano le 8 ore. Da aprile a luglio, i lavoratori potranno, così, richiedere i permessi in base alle ore lavorative in eccedenza. Questo accordo deve essere da sprone per altre importanti aziende del mobile della provincia in cui ci sono ancora grosse difficoltà a trovare un accordo”.

Mentre Sergio Campanari, rappresentante di Feneal Uil, ha sottolineato “l’ottimo risultato” sulla scia “dell’intergrativo applicato già dalla leader Poltrona Frau”, ma non da altre aziende leader del settore in provincia: «Un accordo ottenuto senza un’ora di sciopero a dimostrazione che nonostante la perdurante crisi dell’edilizia si ripercuota anche nel settore del mobile, quando un’azienda viene gestita bene a livello manageriale, si possono travare soluzioni in maniera costruttiva. Sarà ora dovere delle rsu gestire questo risultato».

Il patto asseconda le esigenze dell’azienda e al tempo stesso le necessità di vita e di lavoro dei dipendenti, per il 30% di nazionalità straniera e con il bisogno di permessi per tornare nel paese d’origine. Tale tavolo della contrattazione è stato favorito anche grazie alla crescita aziendale che ha visto il fatturato passare da 70 milioni di euro nel 2012 a 104 milioni di euro nel 2015, puntando alla soglia degli 110 milioni di euro nel più breve tempo possibile, in un mercato al 90% nazionale e per il restante estero (soprattutto Emirati Arabi).

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