La sera di lunedì 8 febbraio, nella cattedrale di San Giuliano, monsignor Nazzareno Marconi ha guidato il Quaresimale che inaugura un percorso di sei incontri che condurranno i fedeli della diocesi di Macerata – Tolentino – Recanati – Cingoli – Treia a riflettere sul «sacramento della Misericordia», ovvero la confessione. Sei appuntamenti per ripercorrere i sei momenti del Sacramento della riconciliazione, cioè, secondo ila scansione del Catechismo, l’esame di coscienza, il dolore dei peccati, il proponimento di non commetterne più, il dichiararli in confessione, l’assoluzione e la penitenza. Le meditazioni verranno proposte facendo tappa nelle concattedrali diocesane e concludendosi in cattedrale il prossimo 14 marzo (leggi l’articolo).

L’incontro ha visto la partecipazione del seminario diocesano Redemptoris Mater che ha curato l’animazione liturgica e musicale, mentre per ispirare la riflessione è stato scelto il brano di Luca 11, 24-26, la parabola cosiddetta “dello spirito immondo” che ci fa guardare alla nostra coscienza: «Quando lo spirito impure esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».

«La vita del cristiano – ha detto il vescovo – è una battaglia col maligno: bisogna fare la guardia affinché il nemico non conquisti il nostro castello interiore. Descrivere la coscienza come l’abitazione dello Spirito ci aiuta a capire molte cose sulla fede. Dando spazio alla voce dello Spirito dentro sentiamo l’attrazione al bene e il rifiuto al male. […] Un’altra esperienza la viviamo quando ascoltiamo con fede la Parola di Dio, siccome lo Spirito ispira la Parola e il nostro cuore, allora lo spirito che già la conosce ce la spiega».

All’ingresso della Cattedrale è stato consegnato un piccolo promemoria contenente alcune semplici domande utili a un buon esame di coscienza, lo stesso che nell’ottobre 2014 papa Francesco fece distribuire in piazza San Pietro ai fedeli raccolti. Riguardo l’esame di coscienza mons. Marconi ha spiegato che «non elenchiamo i nostri peccati perché Dio non li conosce o perché sono importi, ma per capire da dove entra il male, in modo da poter “chiudere a chiave”. Inoltre ogni debitore perdonato capisce la grandezza del dono ricevuto solo quando riflette su quanto è grosso il suo debito, e di conseguenza quanto lo ama chi glielo ha rimesso».

Ecco il testo integrale

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