Negli ultimi anni, le Acli delle Marche hanno promosso numerose iniziative che, pur nella varietà dei temi, hanno avuto un denominatore comune: i problemi della condizione giovanile e della famiglia. Il lavoro di analisi e di approfondimento si è spesso tradotto in iniziative concrete e talvolta anche in servizi stabili: l’attenzione agli immigrati ha portato alla nascita degli sportelli a loro dedicati presso le sedi del Patronato; quella rivolta al lavoro di cura ha permesso di regolarizzare un gran numero di Colf; i servizi rivolti ai nuovi bisogni della famiglia, dentro una crisi economica dagli effetti sociali devastanti, hanno spinto a dar vita ai Punto Famiglia provinciali, ma ha portato anche a promuovere varie Scuole per genitori; infine, l’attenzione alle difficoltà dei giovani nel trovare un lavoro o di fronte a un lavoro sempre più precario ha portato a dedicare al tema “Giovani e lavoro” vari Progetti regionali.

Mentre il Patronato rafforzava i suoi Sportelli lavoro, le Acli delle Marche hanno dato vita al Laboratorio Lapis, finalizzato appunto alla formazione sociale dei giovani e, negli ultimi anni, dedicato quasi esclusivamente al tema dell’occupazione. In tal senso, nello sforzo di capire meglio le esigenze e i bisogni dei giovani nel 2012 sono state anche raccolte oltre cento storie di vita di giovani marchigiani.

La copertina del libro
La copertina del libro

Il libro curato da Marco Moroni e Fabio CorradiniGiovani, lavoro e famiglia. Pensiero e azione sociale delle Acli nelle Marche, si colloca, dunque, dentro un percorso lungo e variegato, incentrato negli ultimi due anni su un Progetto intitolato “Crescere in ben-essere”, che ha avuto il suo punto di forza nella ricerca sullo stato di salute delle relazioni familiari nelle Marche. Con quella ricerca le Acli hanno voluto rilanciare il loro impegno sul rapporto Famiglia-Giovani-Lavoro e hanno operato, più specificamente, in tre direzioni: in primo luogo aiutare le famiglie nel loro compito educativo e formare giovani più consapevoli dei loro diritti-doveri; realizzare una ricerca-azione su condizione giovanile e relazioni familiari, per conoscere meglio i bisogni sociali del nostro territorio; e, non ultimo, continuare a operare in vario modo per la promozione del lavoro al fine di contrastare l’esclusione sociale.

Foto AgenSir
Foto AgenSir

Il volume di Moroni e Corradini si colloca sulla scia di tre altre opere edite dalla presidenza regionale delle Acli nell’ultimo decennio e si si articola in cinque capitoli. Le radicali trasformazioni che attraversano il nostro mondo nella fase storica attuale e le trasformazioni individuate nel primo lasciano al nostro tempo molti nodi irrisolti e, nel secondo, ne vengono analizzati alcuni, che appaiono i più importanti: la povertà, la fame, l’equilibrio ambientale, le grandi migrazioni e, infine, il nodo cruciale del lavoro. La terza parte è dedicata alle quattro ricerche sul campo condotte dalle Acli delle Marche nell’ultimo quadriennio (Famiglia e disagio sociale in tempo di crisi; Il lavoro di cura; Intermediazione tra domanda e offerta nella cura alla persona; e le Generazioni e relazioni familiari). Nel quarto capitolo, accanto a quelli già analizzati, tornano altri nodi, che però vengono affrontati con un diverso approccio, più attento alle possibili soluzioni. L’ultimo capitolo riprende in positivo, invece, molti degli spunti già contenuti nelle pagine precedenti, ma a partire dai valori che fanno parte della storia delle Acli.

È evidente, quindi, che anche questo libro, come quello precedente pubblicato nel 2007, è un compendio del pensiero sociale delle Acli marchigiane; ma qui lo spettro degli argomenti affrontati è molto più ampio, con importanti approfondimenti su temi come economia, ambiente, povertà e disagio sociale. L’approccio è descrittivo per illustrare la situazione attuale, ma senza rinunciare a indicazioni e suggerimenti su modalità diverse (e alternative) di risolvere i problemi del nostro Paese e dell’intero pianeta.

Proprio per questa impostazione il volume è rivolto non solo ai soci delle Acli e di altre Associazioni di promozione sociale, ma anche alle Scuole di educazione all’impegno sociale e politico, agli animatori degli Oratori, ai responsabili della Pastorale sociale e del Lavoro, agli operatori del Terzo Settore e anche al mondo della Scuola dell’obbligo e della Formazione professionale, come valido strumento di educazione civica.

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