Riceviamo e pubblichiamo da Emiliano Eusepi.

A Batignano, piccolo paese nel grossetano a pochi chilometri da Nomadelfia, la comunità fondata da don Zeno Saltini, negli ultimi anni si è sviluppato un rinnovato interesse per la vita e le opere di padre Giovanni Nicolucci da S. Guglielmo, originario di Montecassiano, specie mediante pubblicazioni di articoli a lui dedicati su riviste a carattere storico (ultimi, in ordine di tempo, tre saggi sul suo apostolato a Tirli, a firma di Fiorenzo Corsali, usciti nel 2013 sulla rivista di storia della Maremma “Le Antiche Dogane”), e di un libro, scritto da Virgilio Angelo Galli come sintesi della sua tesi di diploma in Scienze Religiose, pubblicato nel 2010.

A questi si aggiungono la messa in rete della pagina dedicata a Nicolucci sull’enciclopedia on-line a partire dal 2012 Wikipedia, a cura di alcuni appassionati del e l’acquisizione in tempi recenti, da parte dei fedeli batignanesi, delle prime due biografie in copia originale risalenti rispettivamente al 1629 e 1733. Nonostante questo interesse, la venerazione verso la figura del padre Giovanni è rimasta all’interno del piccolo paese di Batignano e di Montecassiano. La Diocesi ha ben pensato di proporre la sua figura durante l’Anno della Misericordia: il 16 si apre la Porta Santa nella chiesa di San Martino di Batignano dove si conservano le sue spoglie. Inoltre, è stata allestita una mostra storica di 11 pannelli itinerante per le parrocchie della Diocesi, realizzato un depliant e una pubblicazione con la biografia e “La scala dei quindici gradi” (uno scritto spirituale del padre Giovanni) e, infine, un fumetto per i ragazzi (leggi qui).

Tappa fondamentale del suo cammino fu l’eremo di San Guglielmo presso Castiglione della Pescaia (nel Grossetano). Appena raggiunta Malavalle egli se ne innamorò così tanto da far richiesta al padre generale di potervi dimorare e ottenuta la licenza iniziò a permeare le mura di quell’antico romitorio con le sue preghiere che egli diceva interrottamente e con asprissime mortificazioni. Dopo un anno di silenziose preghiere nascoste agli occhi di tutti, il Signore fece in modo di far “uscire allo scoperto” questo eremita. Infatti, il Vìvescovo Politi, dopo averlo visto per la cerimonia del giovedì santo lo desiderò al pranzo nel palazzo episcopale: «Entrato dunque Giovanni nella sala della mensa preparata, ritrovò che alcuni più famelici avevano incominciato a mangiare senza che fosse preceduta la solita benedizione della mensa e quasi piangente gli disse: Ah, reverendi sacerdoti? Fate almeno un segno di Croce sopra codesto pane! Subito a tale ammonizione si rialzarono in piedi alla benedizione, che si fece».

Restò a Malavalle tre anni e in quell’eremo prima abbandonato dai frati agostiniani si popolò di Santi eremiti che si strinsero accanto a lui attratti dalla sua Santità, un fascino che spingeva all’imitazione delle sue virtù. La fama di Santità andava aumentando così che il Vescovo incaricò il cappellano di Castiglione della Pescaia di scrivere una relazione su Giovanni ed il sacerdote rispose così: «Circa all’opere che lui fa, se io avessi cento lingue non sarebbero abbastanza, per dire sue lodi…lui non burla, fa davvero, è un gran servo di Dio e fa più bene di quello che si dice perché tutte le buone opere che fa non si sanno. Il tempo che egli ha lo consuma in digiuni, orazioni discipline e ancora a dare l’elemosina a tutti quei poveri che da lui vanno ne se ne parte mai scontento alcuno, e se non ha nulla va accattare per quelli che han bisogno. Digiuna sempre pane ed acqua,e non beve mai vino se non la domenica e quando non digiuna in pane ed acqua, mangia erbe e un poco di pesce. Dorme sempre vestito in certe tavole».

Ma perché il Venerabile Giovanni è stato scelto dalla Diocesi per questo Anno Santo? Perché egli fu un testimone della Misericordia di Dio. Durante tutta la sua vita egli «senti il dolore per ogni situazione di peccato ed agì perché fosse essiccata la sorgente che lo generava» e il suo esempio ci parla di una «consolazione e misericordia ricevuta e donata spendendosi concretamente per l’altro, fu un fratello dei più poveri e balsamo nelle ferite della società del tempo, e nella sua vita fu innanzitutto un uomo delle periferie» che preferì più volte rimanere a predicare in Maremma che accettare gli inviti della nobiltà di allora con cui aveva un ottimo rapporto in particolare con la granduchessa Cristina di Lorena di cui era Padre Spirituale.

Padre Giovanni muore a Batignano il 14 Agosto 1621, nel 1770 viene dichiarato Venerabile e ancora il popolo che ne è devoto attende la sua Beatificazione. Per maggiori informazioni si può visitare la pagina Facebook a lui dedicata.

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