Un orgoglio comprensibile e, allo stesso tempo, la gratitudine verso una figura che tanto, in termini di umanità, fede e sapere, ha consegnato alle generazioni di oggi.

La Città di Porto Recanati, che a lui diede i natali nel 1911, vive con questi sentimenti l’evento «Ricordando… Enrico Medi: uomo di scienza e di fede», in programma per martedì 26 aprile, esattamente nel giorno della sua nascita. L’appuntamento è promosso, congiuntamente, dalla Diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, l’Unità Pastorale 13, il Centro Studi Portorecanatesi, l’associazione Tabor sgb di Porto Recanati, l’Uniporto e l’Istituto comprensivo locale «E. Medi».

Ci si ritroverà alle 17.30 presso la sala Biagetti del Castello Svevo per omaggiare questo grande personaggio che seppe coniugare scienza e valori cristiani, senza mai dimenticare le proprie origini marchigiane. Aprirà i lavori il contributo a cura del professor Giuseppe Perfetti, presidente del Centro Studi Portorecanatesi, su «Enrico Medi e Porto Recanati».

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Enrico Medi nacque a Porto Recanati il 26 aprile 1911

Nato a Porto Recanati da Arturo Medi, medico, e Maria Luisa Mei, originari di Belvedere Ostrense, qui trascorse la sua infanzia, nel paese che tutt’oggi ricorda con ammirazione il bagaglio esperienziale lasciato in eredità dallo scienziato. Quindi il trasferimento a Roma, dove Enrico Medi si forma, prima al collegio di Santa Maria dei padri marianisti, poi al Liceo classico Istituto Massimo dei Gesuiti. Laureatosi in Fisica nel 1931, a soli 21 anni, ottenne la prima cattedra all’Università di Palermo nel 1942. Medi viene inoltre ricordato per il suo impegno politico: nel 1946 fece parte dell’Assemblea costituente, divenendo in seguito deputato al Parlamento. Ripercorrendo alcune note biografiche, si rammenta il suo ruolo di direttore dell’Istituto nazionale di Geofisica, nel 1949, e di vice presidente dell’Euratom nel 1958.

Impressa nella memoria è anche la sua esperienza televisiva, con la conduzione di uno dei primi programmi di divulgazione scientifica negli Anni Cinquanta, «Le avventure della scienza». Nella data storica del 20 luglio 1969, inoltre, con il suo pertinente commento partecipò alla lunga diretta dello sbarco sulla Luna assieme a Tito Stagno, Andrea Barbato e Piero Forcella.

Appartenente da sempre al mondo ecclesiale, in cui si formò e di cui respirò i dettami, nel 1966 il noto portorecanatese venne nominato membro della Consulta dei Laici per lo Stato della Città del Vaticano. La fase diocesana del processo di Canonizzazione, secondo la quale Medi venne insignito dalla Chiesa del titolo di Servo di Dio si aprì a Senigallia nel 1996, per concludersi il 26 ottobre 2013.

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Il professor Medi in televisione

A tale ragione, sarà il vescovo emerito di Senigallia, monsignor Giuseppe Orlandoni, a tenere la relazione, in programma alle ore 18, sul tema «Enrico Medi, l’uomo dell’armonia».

«L’uomo è più grande delle stelle. Ecco la nostra immensa dignità immensa grandezza dell’uomo, della vita umana. Giovani, godete di questo dono che a voi è stato dato e che a noi fu dato. Non perdete un’ora sola di giovinezza, perché un’ora di giovinezza perduta non ritorna più. Da una cosa Iddio vi protegga: dallo scetticismo, dal criticismo e dal cinismo; il giovane sprezzante di tutte le cose è un vecchio che è risorto dalla tomba. Guai se la giovinezza perde il canto dell’entusiasmo». Questo, uno degli innumerevoli lasciti del professor Medi, autentico esempio di vita anche sul piano educativo.

Di seguito, un video del 1971, girato all’aeroporto di Fiumicino, che mostra il discorso dello scienziato, allora docente ordinario di Fisica terrestre all’Università di Roma, in viaggio verso gli Stati Uniti con cinque studenti, vincitori del concorso «I giovani e l’era spaziale» per assistere al lancio di Apollo 14 verso la Luna.

La parrocchia San Giovanni Battista, nel cuore di Porto Recanati
La parrocchia San Giovanni Battista, nel cuore di Porto Recanati

Espressioni intrise di incoraggiamento e fiducioso slancio verso il mondo giovanile che, ancora adesso, suonano attuali, come confessa il presidente del Centro Studi Portorecanatesi.

«Le parole di Enrico Medi, portatrici di un messaggio profondo e innovatore – dichiara Giuseppe Perfetti – hanno sempre rappresentato una guida per il mio cammino di uomo e di insegnante. Già decenni fa si rivolgeva ai ragazzi con spirito moderno e, nel ’68, nonostante il manifesto clima di protesta, riuscì ad intravedere nei giovani la speranza del domani: per questo la sua figura rimane per tutti noi attualissima».

«La figura di Enrico Medi, uomo capace di coniugare la fede e la scienza, rimane attualissima e di esempio per i giovani di oggi»

Medi rimase legato all’ambiente portorecanatese anche dopo il trasferimento nella Capitale e mantenne contatti anche con un altro marchigiano illustre: il recanatese Federico Alessandrini (leggi Qui il servizio in occasione del convegno promosso nella Città della Poesia nel gennaio scorso). «Le famiglie Medi e Alessandrini si frequentavano – racconta Perfetti – e le cronache narrano che lo stesso Federico apprese con grande dispiacere della morte di Enrico (“Ha concluso il suo ciclo terreno”, disse) mentre scriveva le sue memorie». Ebbe modo di incontrare e conoscere più di un Pontefice, il docente, ma in qualche modo, nonostante le distanze e gli incarichi prestigiosi, nella chiesa San Giovanni Battista, nel pieno centro di Porto Recanati, dove è stato battezzato, seppe ritrovare sempre un punto di riferimento, con la genuina chiarezza che lo contraddistingueva. «Sicuramente – aggiunge il professor Perfetti – respirò questa ammirevole semplicità e il suo saper essere “di popolo” a casa, attraverso l’impegno del padre medico, uomo sempre teso al servizio verso il prossimo».

«Medi – conclude – è stato uno luminare, un oratore spettacolare e un comunicatore eccellente di temi complessi, capace di trasmettere, in modo diretto e comprensibile, i misteri dell’Universo. Fu un personaggio unico, in grado di coniugare la fede e la scienza con una adeguatezza tale da essere da esempio ai tanti giovani di oggi».

3100393Tra i testi dedicati alla sua opera, vale la pena ricordare «Enrico Medi. Fede e scienza: due ali per volare verso la libertà», a cura di Gaia De Vecchi e Francesco Occhetta. Nel volumetto, viene riportata la parte di una preghiera del Medi che parafrasa il Padre Nostro, a dimostrazione, scrivono gli autori, dello «stile spirituale» e del «forte abbandono» con cui il professore «ha affrontato la vita, nei suoi successi e insuccessi». Questo il passaggio: «Quando ci sorprende la tua chiamata avvolta dal mistero dei tuoi disegni, nel turbamento dell’anima stanca, o nel fiorire della nostra giovinezza accarezzata dai sogni: come vuoi tu, o Padre».

A concludere la serata, nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, sarà monsignor Nazzareno Marconi, vescovo della Diocesi maceratese, che presiederà la Santa Messa alle ore 19.

2016-04-26_Ricordando_Enrico_Medi

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