Si chiama «Questo è il mio corpo» la campagna presentata oggi pomeriggio alla Camera dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Attualmente sono 160 le ragazze accolte nelle case della Comunità in regime di protezione. In 25 anni la Papa Giovanni ha liberato più di settemila donne dalla schiavitù della prostituzione.

Ma cosa si propone ora di fare con la campagna? Partendo dalla considerazione che «non è vero che “io non posso far niente”: ognuno può fare qualcosa, insieme possiamo cambiare le storie e i destini di migliaia di vittime», chiede a ciascuno di intervenire: «Contatta le 21 unità di strada della Comunità Papa Giovanni XXIII in diverse città d’Italia. Vai nelle case dove sono accolte le giovani donne uscite dalla strada: nulla come la testimonianza diretta aiuta a comprendere ed agire. Favorisci, nei tuoi contesti sociali, iniziative per incontrare gli operatori di strada della Comunità e le ragazze liberate. Partecipa agli eventi promossi dalla campagna».

Se questo riguarda l’impegno di tutti, ci sono poi richieste specifiche della Comunità Papa Giovanni XXIII alle Istituzioni: «Chiediamo al Governo e al Parlamento italiani di prevedere misure che “scoraggino o riducano la domanda, fonte di tutte le forme di sfruttamento” come affermato nella Direttiva europea n° 36 del 2011, e come indicato dal Parlamento europeo con la cosiddetta Risoluzione “Honeyball” del 26/02/2014. Chiediamo al Parlamento italiano di approvare la proposta di legge “Modifica all’articolo 3 della legge 20 febbraio 1958, n. 75, concernente l’introduzione di sanzioni per chi si avvale delle prestazioni sessuali di soggetti che esercitano la prostituzione” (Atto Camera 3890) promossa da un gruppo trasversale di parlamentari, prima firmataria Caterina Bini».

Ai singoli la Comunità chiede poi «di sottoscrivere la petizione on line» e agli enti locali «un impegno ad adottare nei loro contesti tutte le misure necessarie per scoraggiare la prostituzione, e di approvare delibere a sostegno della proposta di legge sopra citata». Infine, invita «associazioni, movimenti e ong a diventare partner della campagna».

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