Si è svolta, nel pomeriggio di domenica 25 settembre, l’apertura del nuovo Anno Pastorale (leggi qui l’articolo). Sacerdoti, suore, Operatori pastorali e fedeli hanno riempito l’aula sinodale della Domus San Giuliano, per ascoltare le indicazioni del Vescovo monsignor Nazzareno Marconi per l’anno che sta iniziando e che vedrà l’approfondimento di un tema portante della fede: la Carità.

Dopo la preghiera iniziale don Egidio Tittarelli, vicario per la pastorale ha riportato le riflessioni scaturite dai tavoli di lavoro svolti nel Convegno pastorale del giugno scorso, ai quali avevano preso parte i membri dei consigli pastorali delle diverse parrocchie diocesane. Sinodarietà, ministerialità e conversione pastorale i tre punti principali sintetizzati dal sacerdote. «Emerge con forza – ha detto – la volontà di istituire i consigli pastorali nelle parrocchie e nelle unità pastorali. È necessario un impegno nel creare comunione tra i gruppi e le realtà che operano nelle varie comunità, e per farlo occorre rinunciare all’orgoglio e lavorare con umiltà».

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Le parole iniziali del Vescovo riflettono l’importanza di un impegno nel cammino continuo della Chiesa diocesana: «Tengo molto a questo metodo di lavoro in cui non si ricomincia mai da zero, ma si va avanti partendo da dove si era lasciato». E nella “restituzione” di ciò che è stato fatto finora diventano significative le testimonianze di vita vissuta, per far diventare concrete le parole ed essere una «comunità dove le esperienze di ognuno diventano ricchezza per tutti».  Commentano le varie testimonianze giunte in sala (leggi qui l’articolo), il Vescovo ha ricordato il “mandato” prima prima della partenza per la Gmg, dove gli oltre 200 giovani partecipanti hanno pregato insieme, nonostante l’appartenenza a gruppi diversi: «Quello che mi ha colpito di più è stato poter celebrare la partenza insieme, deve si è sentita questa sintonia. Il signore non vuole che diventiamo tutti uguali ma che ci sentiamo tutti parte della stessa Chiesa».

Introducendo il nuovo anno pastorale monsignor Nazzareno Marconi ha poi raccontato le motivazioni che l’hanno spinto a scrivere la lettera pastorale Ri-farsi prossimo, nella quale ripercorre il testo, scritto trent’anni fa, dal cardinal Martini (leggi qui l’articolo). «Per camminare insieme – ha detto – bisogna anche coordinarsi, come quando durante una processione più persone trasportano la statua di un Santo». Il Vescovo vuole affidare alla riflessione dei fedeli quelli che sono i cardini dei tre uffici diocesani che coordinano tutte le varie realtà diocesane. La Caritas, l’ufficio catechistico e quello liturgico stanno lavorando, già dall’indizione del giubileo sempre con maggiore sinergia, e rappresentano i temi che verranno affrontati lungo quest’anno pastorale e nei prossimi due, avendo come punto di riferimento primario le unità pastorali. Per farlo, sostiene il presule, cercheremo di sfruttare tre sentimenti fondamentali, quelli che il papa a chiesto a Firenze: umiltà, disinteresse e beatitudine.

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«Voglio uno stile semplice e gratuito. Serve concretezza, che significa umiltà: chi è umile sa che lui non può, ma che Dio può far tutto ed è un’uomo di speranza». Secondo monsignor Marconi c’è bisogno di un volontariato che non sia episodico e approssimativo ma che sappia coniugare gratuità e competenza; da qui nasce lo sforzo alla formazione. Il sentimento della beatitudine rappresenta quindi uno stile di speranza con il quale operare, tenendo insieme il presente e il futuro. «Il cristiano sta nel presente ma proiettato in un futuro di bene da costruire con l’aiuto del Signore».

Il tema della carità, vissuto con questi sentimenti diventa molto più ampio della Caritas che è il modo concreto di animare la carità. «Tendiamo ad una Chiesa tutta ministeriale, dove ognuno si mette a servizio degli altri e non in un angolo a brontolare, ma dove la storia di tutti si mette a servizio degli altri. I sentimentalismi portano ad una Carità che non è vera Carità, dobbiamo vivere invece una Carità nutrita dallo Spirito Santo per avere compassione di tutti gli uomini della terra, perché figli di quel Dio che chiamiamo Padre».

Prima della conclusione finale con la preghiera corale dei presenti, il Vescovo ha spiegato le modalità con cui verrà portata avanti la riflessione sulla Carità: degli incontri tematici mensili, guidati da esperti che, prima saranno indirizzati a tutti gli operatori pastorali e il giorno dopo specifici per il clero diocesano. Il primo di questi incontri si terrà il prossimo 26 ottobre e tratterà il tema dell’individualismo. Gli altri temi sono sviluppati nella lettera pastorale (scarica qui il testo completo dal sito della Diocesi di Macerata).

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