«Sono strano, è quello che dicono tutti. A volte non capisco di cosa parlano le persone e questo mi fa sentire solo anche se c’è altra gente intorno a me. E allora me ne resto seduto e inizio a gingillarmi. È il mio tipico comportamento autostimolatorio, spesso strofino una matita contro un elastico. Mi rilassa, e intanto penso alle cose che non riuscirò mai a fare, come studiare i pinguini in Antartide o avere una ragazza».

Si apre così, Atypical, uno degli ultimi prodotti targati Netflix, uscito in sordina all’inizio dello scorso agosto. Gli otto episodi raccontano la vita di Sam Gardner (Keir Gilchrist), un adolescente che soffre di autismo ad alto funzionamento, ama l’Antartide e tutto ciò che lo abita tanto da citarlo in ogni conversazione. Non ama essere toccato, è tremendamente schietto e un giorno decide che è arrivato il momento di trovarsi una ragazza.

Il tentativo di indipendenza e la ricerca dell’amore sono i temi centrali attorno a cui ruota l’intera serie e che scombussoleranno la tranquillità, apparente, dei membri della famiglia Gardner che hanno sempre messo al centro della propria vita i problemi di Sam. La madre, Elsa (Jennifer Jason Leigh) è sempre stata iper-protettiva al contrario di Doug (Michael Rapaport) un padre spaventato ma alla ricerca di un modo per avvicinarsi al figlio e poi Casey (Brigette Lundy-Paine), sorella minore premurosa e custode di Sam, al punto da dover mettere a volte da parte i propri sogni.

Ora tutti i personaggi, compresa Julia (Amy Okuda) la terapista di Sam, si trovano a fronteggiare grandi cambiamenti cercando di rispondere, senza troppi giri di parole, a due domande fondamentali: che cos’è l’amore? Che cosa significa davvero essere “normali”?
Atypical, anche se apparentemente presenta situazioni abbastanza scontate di quelle “viste e riviste”, affronta un tema delicato come quello dell’autismo con leggerezza e non con superficialità, lontano da pietismi e pesantezza.

Come dice il creatore della serie Robia Rashid, «il tema di Atypical è che nessuno è normale, ma Sam è probabilmente il più normale di tutti».

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