Si è sentito subito a casa il capo della Polizia Franco Gabrielli, nuovo cittadino del Comune di Cingoli. L’onorificenza è stata consegnata oggi, mercoledì 10 gennaio, all’interno del Palazzo comunale del Balcone delle Marche dal Primo cittadino, Filippo Saltamartini, che vanta un’amicizia di lungo corso, «fatta di appartenenza», proprio con Gabrielli vista la sua carriera nella Polizia di Stato precedente all’impegno politico; alla presenza del commissario alla ricostruzione Paola De Micheli; dell’onorevole Irene Manzi; del prefetto Roberta Preziotti; del questore Vuono Vincenzo e del presidente della provincia Antonio Pettinari. Con loro, sono intervenute, inoltre, numerose autorità civili e militari del territorio.

Un momento della cerimonia

Gabrielli ha speso parole di ringraziamento verso il sindaco Saltamartini e il Consiglio comunale di Cingoli, prima di incontrare gli studenti al Teatro Farnese. «Cingoli è un gioiello d’Italia, così ricco di storia e tradizione – ha affermato -, e il fatto che la città abbia pensato di attribuirmi la cittadinanza onoraria mi inorgoglisce e, lo dico con molta umiltà, quasi mi imbarazza».

Il capo della Polizia ha poi ricordato il proprio affetto per le Marche, data la sua esperienza alla Direzione del Dipartimento di Protezione civile: «Una regione laboriosa e un territorio complicato, che negli ultimi anni ha avuto innumerevoli problemi sia di dissesto idrogeologico, sia sismico, ma questo non ha impedito di costruire un modello di Protezione civile che in molte circostanze ha fatto scuola in molte parti del Paese».

«Cingoli è un gioiello d’Italia ricco di storia e tradizione»

Gabrielli e Saltamartini

Ai giovani è stato rivolto dal Capo della Polizia un vero e proprio appello al voto, riportando lo sconsolante sondaggio che attesta a circa il 70% la percentuale di astensionismo per le prossime elezioni politiche del 4 marzo. «Non dobbiamo tanto interrogarci su cosa pensano i ragazzi – ha detto -, quanto dobbiamo chiederci quanto facciamo noi affinché i giovani si riapproprino di questi momenti e vivano le Istituzioni come cose proprie, non nel senso di “occuparle”, ma di vivere le Istituzioni come qualcosa che appartiene al loro sentire. Questa sfiducia è oggi uno dei temi fondamentali – ha aggiunto -, che chi ha compiti di responsabilità deve porsi in termini risolutivi».

«Chi ha compiti di responsabilità deve risolvere il problema della sfiducia dei giovani per le Istituzioni»

Molta attenzione è stata posta da Gabrielli alla credibilità della politica e delle Istituzioni: «Quando moriremo non ci chiederanno se siamo stati credenti – ha ribadito il capo della Polizia, citando le parole di Rosario Livatino, il magistrato ucciso dalla mafia, il 21 settembre 1990, per il quale è in corso il processo di beatificazione -, ma ci chiederanno se siamo stati credibili.

«La credibilità delle Istituzioni è un rimedio per l’astensione dalla politica»

Se ognuno, nello svolgimento del proprio compito, sarà credibile, allora potremo smentire questa percentuale del 70% dei giovani che non andranno a votare». Infine, incontrando al Teatro Farnese, Gabrielli ha confidato agli studenti come il suo sogno da bambino fosse quello di diventare professore di matematica: «Incontrai un professore che mi fece disinnamorare della materia – ha scherzato -, ma qualsiasi sia il vostro sogno non lasciatevi scoraggiare ma anzi sappiate affrontare le difficoltà che incontrerete nella vostra vita».

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