Il 24 agosto 2016 sarà ricordato – anche – come l’ultimo giorno di apertura della struttura Domus Laetitiae a Frontignano di Ussita.
Lo stabile incastonato nel versante maceratese dei Monti Sibillini, di proprietà del Seminario Vescovile di Macerata, è stato difatti gravemente danneggiato dagli eventi sismici che hanno colpito l’Italia Centrale tra l’estate e l’autunno del 2016, ed è definitivamente crollato sotto la forza micidiale della scossa del 30 ottobre (vedi qui).

Robertino insieme allo staff della Domus Laetitiae

A distanza di oltre 2 anni da quei tragici momenti, lo storico Direttore della struttura, Robertino Dichiara, trova la forza per raccontare la sua meravigliosa avventura, bruscamente interrotta dalla forza brutale e devastante della natura.
Quella stessa natura che, dal 1994 e fino a quel momento, tanto aveva saputo donare a lui, a sua moglie Tiziana Sabatini (sapiente cuoca), allo staff della Domus Laetitiae, ma soprattutto ai tanti ospiti che nel corso dei suoi 26 anni di gestione hanno frequentato quei magici luoghi.

«Mi affidarono a soli 21 anni la Direzione della Domus Laetitiae – ricorda Robertino visibilmente commosso – e fin da quel giorno ho affrontato questo serio impegno come una vocazione».

Prosegue Robertino, chiudendo gli occhi, come a voler visualizzare le sue parole: «Noi della Domus Laetitiae cercavamo soltanto di contribuire nel migliore modo possibile a creare un ambiente sereno per gli ospiti, ricco di umanità e spiritualità. Il nostro impegno era improntato alla valorizzazione di un luogo stupendo e alla messa a disposizione dei servizi essenziali necessari per permetterne il pieno godimento. Abbiamo ospitato e accolto nel corso delle stagioni tante persone,: religiosi, interi nuclei familiari o persone singole, gruppi organizzati, associazioni…. Fra le persone ospitate, poi, molti sono stati i disabili, che, al pari di tanti anziani, hanno trovato da noi una struttura attenta ai loro bisogni peculiari, come non sempre succedeva – questo ci confidavano – altrove. L’importante era che tutti i nostri ospiti potessero sperimentare insieme a noi il senso di una vita ispirata ai valori del Vangelo».

Lo spirito religioso permeava difatti l’intera struttura, come ricorda lo stesso Robertino: «Accompagnavo sempre di persona i nostri ospiti fin dentro le camere, illustrando in particolare il regolamento della nostra grande casa di accoglienza e le finalità religiose perseguite. Ero anche solito accompagnare gli ospiti nella la chiesetta adiacente la struttura, dove i fedeli avrebbero potuto raccogliersi in preghiera prima o dopo aver goduto appieno le meraviglie che i luoghi circostanti potevano offrire. Quando poi gli ospiti erano gruppi di sacerdoti o associazioni religiose, fra loro c’era sempre qualcuno che la sera allietava l’atmosfera del salotto di accoglienza principale suonando la chitarra e cantando lode al Signore».

Nel corso degli anni la struttura si è resa promotrice di numerose iniziative a carattere religioso: ne sono testimonianza i tanti ritiri spirituali, sia estivi che invernali, organizzati a favore di sacerdoti, diaconi, o semplici fedeli. Robertino ricorda in particolare gli eventi estivi: «La seconda metà di agosto dedicavamo un’intera settimana all’approfondimento del cammino di fede, aperto a tutte le famiglie, durante il quale si alternavano momenti di preghiera, di confronto e di riflessione, ma anche di svago sia per grandi che piccini».

Ma la Domus Laetitiae non è stata soltanto apprezzata dai turisti come casa religiosa di ospitalità: la struttura ha infatti svolto anche un servizio pubblico, significativo per la comunità, attraverso l’attività di ristorazione svolta nei locali antistanti la struttura ricettiva, completamente aperti al pubblico.

Ricorda ancora Robertino, il cui viso è ora rasserenato da un lieve sorriso. «Mangiare sano e bene rallegra il corpo e lo spirito, e mia moglie dedicava gran parte della sua giornata a ideare e realizzare pietanze che potessero essere gustate sia dagli ospiti della struttura, sia dai tanti turisti e sciatori invernali che affollavano le zone limitrofe».

Una passione che oggi ancora continua, nonostante le difficoltà: buona parte del personale della Domus Laetitiae è infatti impiegato con Robertino e sua moglie a Macerata, presso la Domus San Giuliano di Via Cincinelli.

«Cerchiamo di ripartire – conclude Robertino – da dove ho iniziato, cioè dai fornelli, come quando da ragazzino ho iniziato a lavorare come cameriere di sala e facevo continuamente la spola fra la cucina ed i tavoli. Da quel giorno ne ho fatta di strada, e – ironizza – non solo avanti e indietro. È arrivato il momento di rimboccarsi le maniche, perché non dobbiamo mai permettere ai nostri sogni di crollare».

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