Santuario di Nostra Signora di Luján

La storia della Madonna di Luján, patrona della Argentina, aiuta a comprendere varie sfumature della religiosità di questo popolo. Tutto comincia quando il padrone di una grande azienda agricola di Santiago del Estero, città dell’Argentina settentrionale, capitale dell’omonima provincia, fa venire dall’Europa due piccole statue della Madonna: la madonna delle Grazie e l’Immacolata.

La cassa che le contiene, scortata da un gruppo di persone tra cui uno schiavo nero  di nome Manuel, un uomo semplice e molto devoto alla Vergine, inizia il suo viaggio dal porto di Buenos Aires verso l’interno. Ma giunti presso Luján il carro si ferma, i buoi si bloccano e non c’è verso di farli proseguire. Solo quando si toglie dalla cassa l’immagine della Immacolata e la si poggia sulla terra di Luján, gli animali misteriosamente riprendono il cammino.

Santuario di Nostra Signora di Luján

Siamo nel 1630, il popolo vede in ciò un segno del cielo, il padrone delle statue decide di lasciare a Luján l’immagine della Immacolata, assieme allo schiavo Manuel come custode della piccola originaria cappella che dovrà costruire. La devozione del popolo nasce spontanea e quando il padrone di Manuel richiederà il suo schiavo, i devoti di Luján lo riscatteranno, perché resti per tutta la vita e con sua grandissima gioia un uomo libero. El negro Manuel da quel momento si presenterà a tutti i pellegrini a Luján come «lo schiavo della Virgen de Luján».

Chiesa di San Giuseppe, costruita da don Frediano Salvucci nel Parque San Martin

Una storia di fede semplice, che sa cogliere nei fatti della vita l’azione costante di Dio, una fede portata per mare, una fede dei poveri migranti come Manuel, lo schiavo venuto dall’Africa. Una fede in cui non ci sono né vescovi né preti, ma è il popolo umile a decidere e costruire le proprie chiese e a custodirvi la preghiera. Una fede profondamente mariana in cui ponendosi al servizio perenne della Madonna si diventa interiormente e realmente liberi, come Manuel. Oggi la Chiesa argentina sta proponendo di beatificare el negro Manuel rispondendo alla devozione popolare che lo considera santo già da qualche secolo.

Con questi sentimenti nel cuore abbiamo vissuto un intero lunedì di visite a diverse piccole cappelle, costruite dai nostri preti nei vari quartieri poveri di questa ampia zona della periferia di Buenos Aires. Ognuna racconta una fede molto umile e semplice ma ben solida, come è

La mensa per i poveri

quella del popolo dei barrios.

Abbiamo poi incontrato un prete argentino, padre Raul Villa di 82 anni, presente qui da 50 anni, che aveva collaborato con i nostri missionari fin dall’inizio. A lui e a loro si devono due iniziative caritative ancora molto efficaci per i più poveri tra i poveri. Una mensa che in vari luoghi di distribuzione dona un pasto unico e semplice a ben 600

Il personale della mensa per i poveri

poveri al giorno. Per queste persone che vengono dalle baracche è spesso la sola certezza
per sopravvivere.

A fianco della mensa più frequentata c’e un asilo, la guarderia, in cui i bambini ed i ragazzi delle famiglie più povere, che resterebbero soli a casa mentre i genitori

La “guarderia”

vanno in giro a cercare di che sopravvivere, trovano custodia, un aiuto nello studio, un pasto e, soprattutto, affetto e fede. Un’iniziativa avviata da don Silvano Attilio e don Mario Moriconi (della diocesi di Fermo, che stava qui in missione con i nostri). Anche questi luoghi sono dei bei santuari, come Luján.

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