di Kowalska Wieczoreka

Cala il sipario sulla Biennale internazionale dell’umorismo nell’arte di Tolentino. La rassegna, inaugurata lo scorso novembre, chiude i battenti domenica 26 gennaio, archiviando la sua trentesima edizione. Una “tappa” significativa, ma non certo un traguardo. La manifestazione, che a Tolentino si svolge negli anni dispari, ha davanti a sé, infatti, un brillante futuro perché – come ha detto il medico statunitense Patch Adams – «l’humour è l’antidoto per tutti i mali».

L’ormai lungo cammino della Biennale internazionale dell’umorismo, iniziato nel 1961 a seguito di una brillante intuizione di Luigi Mari, medico, già sindaco della città e valente caricaturista egli stesso, ci ha infatti abituati a specchiarci con la necessaria ironia su vezzi e costumi dei nostri tempi e lo ha fatto attraverso la matita e i colori di tutti i maggiori disegnatori, illustratori e caricaturisti di ogni parte del mondo, facendo confluire in un’unica mostra artisti di diverse culture e fedi religiose.

Negli anni Novanta, periodo in cui la Biennale di Tolentino ha raggiunto la più vasta notorietà internazionale, ponendosi agli stessi livelli dell’allora più famoso Salone dell’umorismo di Bordighera (nato nell’immediato secondo dopoguerra), si giunse a contare più di duemila opere in concorso provenienti da oltre 50 paesi di tutti i continenti. Il “segreto” del successo che la rassegna di Tolentino ha avuto e continua ad avere, sta proprio nella capacità di “riunire” con le sue mostre artisti di tutto il mondo, capaci di leggere la società in cui vivono.

Un altro aspetto importate della Biennale dell’umorismo di Tolentino è la sua capacità di offrire ai visitatori della rassegna la possibilità di leggere con ironia i principali eventi internazionali, riflettendo su di essi con la leggerezza e, insieme, la profondità dell’umorismo. Questo non è mai mancato, a iniziare dalla prima edizione (era l’anno in cui ebbe inizio la costruzione del Muro di Berlino), quando diversi artisti affrontarono il tema della “guerra fredda”, così come in quest’ultima edizione in cui è stata affrontata la tematica – purtroppo tornata di grande attualità negli ultimi tempi – dell'”odio”.

La prossima edizione si svolgerà nel 2021, ma nel frattempo è sempre possibile fare una visita al Museo della caricatura a palazzo Sangallo (dal martedì al giovedì ore 14-18, dal venerdì alla domenica ore 10,30-18,30 – chiuso il lunedì) o sfogliare i preziosi cataloghi delle trenta edizioni della rassegna. Si trovano opere che riportano alla mente anche eventi dimenticati della politica, dell’economia, del mondo dello sport o dello spettacolo. Semplici tratti di matita, spesso più espliciti che lunghi servizi giornalistici.

(Le foto sono dell’edizione di quest’anno)

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