di Mauricio Lara

Don Mauricio lavora il terreno

Sono un presbitero della diocesi di Macerata in missione in Zambia (Africa meridionale) dal 2011. Sono rettore di un piccolo seminario a Kitwe, nella diocesi di Ndola. Con undici dei quattordici seminaristi siamo chiusi in Seminario in quarantena, a scopo cautelativo. Anche se le prime notizie sul Covid–19 hanno cominciato a circolare nel Paese già a gennaio, soltanto alla metà di marzo le autorità hanno iniziato a impartire indicazioni analoghe a quelle che venivano emanate nel resto del mondo; non è stato tuttavia imposto il divieto a uscire di casa.

Qui l’epidemia non si è ancora molto diffusa, anche se i casi di contagiati stanno aumentando: siamo a 753, con 7 decessi. Uno dei problemi è che non ci sono strutture sanitarie in grado di effettuare test.

Comunione portata a un seminarista isolato a causa del Covid-19

Dato, inoltre, che ci sono molti malati di Aids, il cui sistema immunitario è gravemente compromesso, ci aspettiamo un duro colpo; si consideri che su una popolazione stimata al 2018 di circa 17 milioni di abitanti, i malati di Aids erano 1,2 milioni, circa il 7% degli abitanti. Per quanto ci riguarda, abbiamo seguito tutte le disposizioni non senza difficoltà. Da quando siamo entrati in quarantena non abbiamo chi assicurava i servizi di cucina e lavanderia, quindi ci siamo divisi i compiti in turni settimanali: due seminaristi cucinano per tutti, due lavano e stirano i panni, due puliscono i corridoi, due le aule, il vice rettore è incaricato dell’acquisto dei viveri.

Patrick, un seminarista, prepara il pane

Abbiamo dovuto razionare il cibo (un pollo diviso tra undici persone), perciò ora siamo un po’ dimagriti ma siamo in salute. Non è stato facile, ma Dio ci aiuta: alcune persone, incluso dei preti, ci stanno portando da mangiare e persino ci hanno portato il gelato! Stando chiusi in Seminario abbiamo allentato un po’ il ritmo quotidiano ma comunque proseguiamo con

la nostra vita: abbiamo continuato gli studi grazie a lezioni registrare in video che professori dal Canada e persino da Macerata continuano a inviarci.

Lezioni dal Canada usando le videoregistrazioni

Tutti i giorni meditiamo le Scritture, celebriamo l’Eucaristia, ma sempre con le dovute precauzioni. Il lavoro manuale non manca: ci siamo dedicati “all’umile arte del falegname”; abbiamo realizzato il cero pasquale e da un paio di settimane usciamo per lavorare un terreno che ci è stato dato: abbiamo finito di preparare – a mano – le fondamenta per un muro di cinta di quasi mille metri che dovremo costruire. I seminaristi stanno imparando a cucinare: siamo in grado di fare il pane, i biscotti e la pasta all’uovo, una pasta assai dura, ma non c’è niente che una risata tra di noi non possa sistemare.

La cappella: la sedia, l’altare e l’ambone sono stati fatti completamente a mano da seminaristi e sacerdoti

Abbiamo imparato ad apprezzare il lavoro prezioso che alcuni volontari fanno per noi. In breve, stiamo bene, siamo contenti, grati a Dio per tutto.

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