C’è voluto più di un anno per ripristinare la completa funzionalità dell’Ospedale di Cingoli. Il 1° luglio scorso l’Asur ha annunciato il ripristino dei 20 posti letto tagliati nei due reparti del nosocomio cingolano. Sono tornate dunque 40 le degenze nella struttura. Andiamo con ordine. Nel maggio del 2019, poco dopo le elezioni amministrative, l’Area Vasta 2 di Jesi, guidata dal direttore Giovanni Guidi, ha annunciato il taglio dei posti letto a causa del piano ferie, dimezzando gli slot per i pazienti. Si è subito scatenata l’indignazione di tutta la politica cingolana, in particolare dell’amministrazione del nuovo sindaco Michele Vittori, affiancato dal vice Filippo Saltamartini, primo cittadino uscente con delega alla sanità.

Lo stesso Guidi ad agosto è stato chiamato a relazionare in Consiglio comunale, ma le sue risposte sono state giudicate insoddisfacenti da tutta l’assemblea. Il Comune ha iniziato allora la sua battaglia, annunciando azioni legali e organizzando manifestazioni di protesta, come il corteo ad Ancona nel dicembre 2019 e la fiaccolata a Cingoli a gennaio 2020. Oltre ai posti letto decurtati, il Comune pretendeva anche il ripristino del pronto soccorso (ora punto di primo intervento) e il riconoscimento dell’ospedale come plesso in zona disagiata. In contemporanea, il consigliere di minoranza Raffaele Consalvi, di area Pd, ha avviato una mediazione con i vertici della Regione, in particolare con il capogruppo regionale Micucci e l’assessore Sciapichetti, per ottenere il riconoscimento del nosocomio cingolano in zona disagiata e per il trasferimento dell’area sanitaria di Cingoli dall’Area Vasta 2 all’Av3 di Macerata. Entrambe le proposte sono state accolte ed inserite nel Piano Sanitario Regionale del gennaio scorso, decretando così il passaggio dell’ospedale dalla zona di competenza jesina a quella maceratese. Non era, tuttavia, arrivata alcuna assicurazione concreta sul ripristino dei posti letto.

La decisione della giunta regionale, assunta senza dare peso alle opinioni delle amministrazioni locali di Cingoli, Apiro e Poggio San Vicino, è stata impugnata al Tar dal sindaco apirese Scuppa e da quello poggese Simoncini. Anche la giunta Vittori non ha approvato il provvedimento, ma si è solo costituita parte civile. Il tribunale regionale deciderà nel merito nel prossimo novembre, anche se ha bocciato preliminarmente il ricorso.

La svolta è arrivata con la pandemia Covid–19. Il focolaio della Casa di riposo di Cingoli ha scatenato un duro confronto tra l’amministrazione comunale da una parte, la Regione Marche, l’Asur e l’Av3 del direttore cingolano Alessandro Maccioni dall’altra, con accuse reciproche sulla gestione dell’emergenza e sull’intervento tardivo dei soccorsi.

Quasi 30 guariti dalla pandemia nella struttura residenziale sono stati trasportati all’ospedale di Cingoli tra aprile e maggio, per permettere la sanificazione della Casa di riposo e riportarvi gli ospiti una volta conclusa l’operazione.

Qualche settimana fa un incontro tra Guidi e Maccioni ha dettato le linee guida per il nosocomio cingolano, annunciando il ripristino dei posti letto tagliati nel 2019. L’Area Vasta 2 di Jesi si impegna a fornire il personale sanitario all’ospedale, mentre Macerata acquisterà una nuova ambulanza e potenzierà i servizi della struttura. Effettivamente il 1° luglio l’Asur ha comunicato la completa funzionalità delle 40 degenze. La popolazione spera caldamente che tutte le promesse siano mantenute.

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