«Àlzati, prendi la tua barella e cammina»

Preghiamo i salmi con S. Giovanni Paolo II

CANTICO DAL SIRACIDE
Abbi pietà di noi, Signore Dio di tutto, e guarda, infondi il tuo timore su tutte le nazioni. Alza la tua mano sulle nazioni straniere, perché vedano la tua potenza. Ti riconoscano, come noi abbiamo riconosciuto che non c’è un Dio fuori di te, Signore. Rinnova i segni e compi altri prodigi, glorifica la tua mano e il tuo braccio destro. Abbi pietà della tua città santa, di Gerusalemme tua stabile dimora. Riempi Sion della tua maestà il tuo popolo della tua gloria.

Molte pagine bibliche sono costellate di cantici, inni, salmi, suppliche, orazioni, invocazioni che salgono al Signore, come in risposta alla sua parola. La Bibbia si rivela, così, un dialogo tra Dio e l’umanità, un incontro che è posto sotto il sigillo della parola divina, della grazia, dell’amore. È il caso di questa supplica contenuta nel libro del Siracide, un sapiente che raccolse le sue riflessioni, i suoi consigli, i suoi canti probabilmente attorno al 190-180 a.C. La supplica riflette la tradizione orante di Israele, ed in realtà è carica di reminiscenze bibliche. Per certi versi, essa può considerarsi come un modello di preghiera da usare per il tempo della persecuzione e dell’oppressione, com’era quello in cui viveva l’autore. Il Dio della Bibbia non è indifferente nei confronti del male.
E anche se le sue vie non sono le nostre vie, i suoi tempi e progetti sono diversi dai nostri (cfr Is 55, 8-9), tuttavia Egli si schiera dalla parte delle vittime e si presenta come giudice severo dei violenti, degli oppressori, dei trionfatori che non conoscono pietà. Ma questo suo intervento non tende alla distruzione. Mostrando la sua potenza e la sua fedeltà nell’amore, Egli può generare anche nella coscienza del malvagio un fremito che lo porti a conversione. “Ti riconoscano, come noi abbiamo riconosciuto che non c’è un Dio fuori di te, Signore”. Nella Bibbia il lamento dei sofferenti non si esaurisce mai nella disperazione, ma è sempre aperto alla speranza. Alla base c’è la certezza che il Signore non abbandona i suoi figli, non lascia cadere dalle sue mani coloro che Egli ha plasmato.

Una storia per pensare…
La mia bambina più piccola pretendeva che le leggessi una favola ogni sera prima di andare a dormire. Un giorno mi venne l’idea di acquistare una serie di audiocassette con delle fiabe già registrate.
La bimbetta imparò a far funzionare il registratore e tutto andò bene per qualche giorno, finché una sera non mi cacciò in mano un libro di fiabe. «Ma cara», dissi, «lo sai come si accende il registratore». «Sì, ma non posso sedermici in braccio!», rispose la bambina. Le persone contano. Non le cose…

La voce di un mistico
Quando in un cuore discende lo Spirito Santo è bene essere assolutamente silenziosi per sentire chiaramente la sua voce e capire la luce che ci dona. (San Serafino di Sarov)

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