Unimc e Unicam: 3.000 laureati all’anno

L’istruzione e la formazione hanno ricevuto in passato una notevole forza propulsiva dall’Unione Europea, che già nel famoso “Libro Bianco” di Jacques Delors del 1993 segnalava «la necessità di migliorare il coordinamento tra i vari soggetti coinvolti nelle attività formative e nel mercato del lavoro, al fine di garantire ai giovani un bagaglio di conoscenze e competenze utile per il primo approccio con il mondo del lavoro».

Attraverso programmi pluriennali, l’UE ha saputo far comprendere le opportunità offerte dalla collaborazione tra università, territorio e mondo del lavoro. Il ruolo fondamentale che le università possono svolgere per la crescita e il miglioramento dei differenti contesti socio–economici locali è oggi quanto mai evidente e da questo punto di vista il territorio maceratese può ritenersi privilegiato. Le sue due due istituzioni universitarie – oltre a rappresentare veicolo per la diffusione delle innovazioni e dei cambiamenti della società – sono, infatti, garanzia di crescita e di miglioramento per il tessuto economico.

Mediamente ogni anno i due atenei del Maceratese offrono al mondo del lavoro tremila laureati. Quasi 1.900 l’università di Macerata e poco più di mille l’università di Camerino, suddivisi tra le diverse specializzazioni: essenzialmente umanistiche a Macerata (lettere, filosofia, lingue, giurisprudenza, scienze politiche, scienze della comunicazione e delle relazioni internazionali, scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo, economia e diritto), prevalentemente scientifiche e tecnologiche a Camerino (bioscienze e medicina veterinaria, scienze del farmaco e dei prodotti della salute, chimica, fisica, matematica, geologia, giurisprudenza, nonché architettura nella sede di Ascoli Piceno). L’ampio panorama di corsi di laurea e gli elevati livelli di didattica e di ricerca, attestati dalle periodiche indagini di settore, rendono le due università tra le più “attrattive” nel panorama accademico italiano. La popolazione studentesca dei due atenei, infatti, proviene in larga parte da altre province, altre regioni e anche dall’estero.

Questa mobilità studentesca, oltre ad avere un impatto economico immediato sul territorio, costituisce un potenziale “vivaio” di risorse umane per le imprese locali. Sono gli stessi atenei a favorire il contatto tra studenti ed azienda, sia at- traverso appositi programmi di stage, sia con il sostegno diretto all’imprenditorialità giovanile.

Il caso più ricorrente è quello della costituzione degli “Spin off” universitari, ovvero società finalizzate all’utilizzazione economica dei risultati della ricerca accademica, dove la stessa università supporta i giovani laureati. Altro strumento apprezzato dalle aziende è il “progetto Eureka”, che consiste in corsi triennali di dottorato post laurea con l’obiettivo di raccordare la ricerca accademica con il mondo imprenditoriale. (Ale.Fel.)

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