Come pensare e agire per la giustizia sociale nell’epoca della intelligenza artificiale e della politica populista? Quali soggetti possono ridare un futuro al desiderio di maggiore uguaglianza? Ancora oggi le questioni sociali sono il punto di equilibrio di un Paese che vuole affrontare le sfide epocali, senza che nessuno si perda. È nella realtà che possiamo davvero leggere i segni dei tempi e i segnali positivi. Ed è nella realtà che occorre lavorare sulle connessioni per realizzare un mondo più giusto. È un po’ questa, segnata da grande concretezza, la tesi del nuovo volume di Roberto Rossini dal titolo “Più giusto. Cattolici e nuove questioni sociali” (Scholé – Morcelliana, pp. 112, euro 10), che sarà presentato a Roma il 5 marzo alle 17.30, presso la sede dell’Arciconfraternita dei Bergamaschi in via di Pietra 78. Interverranno come relatori Annamaria Furlan, segretario generale Cisl; Fabrizio Barca, coordinatore Forum Disuguaglianze e Diversità; Ermete Realacci, presidente Symbola; Antonio Spadaro, direttore “La Civiltà Cattolica”, un incontro moderato dalla giornalista Maria Latella.
Bresciano, classe 1964, presidente nazionale delle Acli particolarmente attento all’impatto delle nuove tecnologie e ben convinto che le Acli siano essenzialmente un movimento di pedagogia sociale, Roberto Rossini delinea in queste pagine il compito speciale dei cattolici. Ovvero: ritrovare l’universale per salvare l’umano e rinnovare un patto di convivenza a partire da alcuni punti comuni; ricostruire la comunità; ridare centralità al lavoro (e ai lavoratori), come pure all’ambiente; lottare contro la povertà investendo in istruzione e formazione, per insegnare il futuro.
«L’affrancamento dalla povertà e dalla fragilità sociale è una storia lunga, è una storia popolare, che ha percorso la storia d’Europa, da quella antica a quella contemporanea. È una vicenda che si è spesso tradotta in una serie di organizzazioni e movimenti più o meno fortunati, che hanno contestato il potere per un miglior benessere», scrive a questo proposito l’autore di “Più giusto”. E aggiunge: «La contestazione verso il potere è avvenuta in modo violento – come nelle rivoluzioni e nelle rivolte – oppure in modo moderato, come nei grandi periodi riformisti. Il principale soggetto di questa storia assume diversi volti: del povero, del proletario, del lavoratore, fino ad arrivare a quei volti che Papa Francesco gli ’scarti’. Il principale soggetto di questa storia sta nella parte bassa della piramide. E generalmente chiede più uguaglianza».